La Covata Malefica

È passato molto tempo, forse più di 10 anni, ci ho messo molto tempo per capirlo anche se ne ero direttamente artefice, non per sminuire tutto il resto che era unico e valido, Giacomo scriveva di getto dei testi fantastici ed era indubbiamente il miglior front man che per ora io abbia conosciuto, Fabio era un ottimo incesellatore e dal vivo pompava veramente di brutto con il basso, era una goduria portare il tutto al limite con lui, Jacopo intrecciava con la sua chitarra gli arpeggi più esotici e meno prevedibili che si potesse e l’altro Fabio (mio fratello) era il metronomo vivente dalla potere insospettabile, ma quello che rendeva il tutto davvero magico e impensabile, era il fatto che appoggiato sopra a questa tempesta perfetta c’erano impensabilmente gli accordi e le armonie di un pianoforte, frasi e arpeggi anche di sintetizzatore  che ricordavano a volte la musica classica, in alcuni casi accordi armonizzati che addolcivano tutta la malgama, non lo dico perché ero io a metterceli, poteva esserci un altro come me e come un milione che iniziava a studiare Chopin, Bach, un po’ di armonia jazz cascato lì per caso, ma ebbi la fortuna di fare parte di un idea veramente folle che però stranamente funzionava, “la Covata Malefica”. Poi quello che purtroppo accade banalmente troppo spesso, discordie, manie di protagonismo, ed è tutto finito, ma è sicuramente un’esperienza che mi ha insegnato molto di cui conservo molti bei ricordi e brani, molti anche inediti.

Badret

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