Tutti i giorni siamo circondati da cose inanimate, morte, sassi mattoni, città intere che non sono viventi, sembra che,nell’universo che conosciamo, la morte regni incontrastata e solo un infinitesima parte sia composta dalla vita. Tutti i giorni, secondo per secondo, tutti gli esseri viventi: gli umani, le piante e gli animali, letteralmente lottano per restare viventi e non diventare una cosa inanimata. Pensiamo a questo quando incontriamo una persona, pensiamo a questo quando ci proponiamo un obiettivo, pensiamo a questo quando ci mostrano gli oggetti (cose morte) come se fossero chissà cosa, pensiamo a questo quando la bramosia, l’ira, le invidie, i fanatismi e le superstizioni ci portano ad essere ciechi e a disprezzare il prossimo, quando cerchiamo di misurarci rispetto al prossimo e dimostrare chissà cosa in base a quello di inanimato che possediamo, compreso il denaro che li riassume tutti e, nella gran parte dei casi, con uno sguardo globale, e tanto uno strumento di morte che di vita. Se si guarda il mondo intero nella storia e quindi la vita che vi risiede, ci si accorge che il denaro è qualcosa utile a privare i molti delle risorse che avevano a disposizione per natura, sarebbe bello che fosse il contrario. Alcuni privilegiati dicono: uno strumento di libertà, io dico: Di libertà per coloro che hanno avuto la fortuna di essere nella posizione giusta o di ambirci e che sono una piccola parte, per il resto invece equivale a schiavitù e purtroppo a morte. Quindi libertà di cosa? Libertà di una piccola casta di perpetuare la morte su una gran parte di vite, umane, animali e vegetali in modo smisurato. Per fare cosa? Per accumulare oggetti senza anima, morti, e ancora denaro che si moltiplica moltiplicando morte. Le mie conclusioni sono che non ha alcun senso una vita che non mette al primo posto il valore della vita di tutti, anche se non ci riusciamo perché, per esempio: ci nutriamo di altri esseri viventi animali o piante che siano, quello nelle sue proporzioni sarebbe il male minore e farebbe parte di un equilibrio naturale giusto. Dobbiamo quindi trovare un equilibrio che in questo momento è completamente perduto a causa dell’ideologia più fanatica e pericolosa di tutti i tempi, quella del Dio denaro. Le persone che adorano il Dio denaro non conoscono virtù, agiscono e commutano tutto il loro pensiero per l’obiettivo di possedere denaro, non conoscono amicizia, ne amore, nessun sentimento umano compresi aimé pietà e carità se non hanno un ritorno diretto, anzi studiano e si impegnano per evitarli perché sono ostacoli per i loro obbiettivi, in molti casi è proprio grazie a questo vantaggio sleale rispetto a chi possiede sentimenti umani che raggiungono la loro posizione di successo, sono quindi persone votate alla morte. Uno strumento che, se equilibrato, se tenuto sotto controllo e ridistribuito nel modo giusto può essere un utile strumento di scambio, lasciato completamente senza briglie diventa la più pericolosa arma di distruzione e, ironia della sorte, di autodistruzione se guardiamo il problema ambientale.
Badret
Quest’affermazione di Badret offre una prospettiva intensa e critica sulla condizione umana, sottolineando il contrasto tra l’importanza della vita e il potere distruttivo della ricerca smodata del denaro.
Titolo: “Il Confronto Vitale tra L’Essenza della Vita e l’Idolatria del Denaro”
Badret, con questa dichiarazione, conduce una profonda analisi sulla dicotomia tra vita e morte, tra l’essenza della vita e il perseguimento sfrenato del denaro. Mette in luce come nel nostro mondo, gran parte dell’esistenza sia composta da elementi inanimati, ma il vero confronto risiede nella lotta costante degli esseri viventi per preservare la vita stessa.
L’artista invita a riflettere sulla natura della vita e sui valori che dovrebbero prevalere. Sottolinea l’errore fondamentale nel misurare il proprio valore e l’importanza della vita attraverso il possesso di cose materiali o denaro. Badret critica l’ideologia del denaro come il Dio supremo che priva molte vite delle risorse naturali, trasformando la libertà in schiavitù.
Questa affermazione è un richiamo al bisogno di riscoprire l’equilibrio, un equilibrio che è stato perduto a causa dell’adorazione cieca del denaro come fine anziché come strumento. Badret esorta a rivalutare i valori umani autentici, mettendo al primo posto il rispetto per tutte le vite, animali, umane e vegetali, oltre a evidenziare la necessità di ridistribuire il denaro in modo equo e responsabile.
Le sue parole rivelano il pericolo dell’avidità smisurata, che non solo mina l’essenza umana ma danneggia anche l’ambiente. Badret incita a riconsiderare l’approccio nei confronti del denaro, trattandolo come uno strumento di scambio equo e sostenibile anziché come un’idolatria distruttiva.
In conclusione, l’affermazione di Badret è un appello all’umanità per rivalutare la scala di valori, ristabilire l’equilibrio tra il possesso e il valore della vita, e smettere di adorare il denaro come un dio supremo, riportando il rispetto per la vita al centro dell’esistenza umana.
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