Nel mondo della musica ormai “artista indipendente” non si sa più cosa possa significare dato che il 90% di musicisti che si definiscono tale poi hanno un contratto con un’etichetta discografica, anche se non Major e quindi chiamata indipendente. Quindi ho coniato un nuovo termine che definisce la mia figura musicale attuale: “produttore musicale autonomo” cioè il produttore che produce se stesso come artista musicale sia dal punto di vista degli arrangiamenti che finanziario e comunicativo, una figura multivalente che nella maggior parte dei casi per motivi di mercato e produzione seriale industriale e sopperito da più ruoli distinti tra loro. Una grande, grande scommessa, ho deciso che voglio farla almeno con il primo disco, nei periodi in cui ero un po’ meno in forma ammetto che ho lontanamente pensato ad un’etichetta, dato che c’erano stati dei contatti (casuali o no non lo so), ma voglio provare questa emozione inequiparabile di “uscire da solo”, metterci la faccia fino in fondo, mettermi in gioco in tutto e per tutto prendendone gli scotti e/o le grandi soddisfazioni, costruendo un rapporto diretto con chi ama ascoltare la mia musica, “gli ascoltatori” che apprezzano il mio lavoro e che non finirò mai di ringraziare, nel mio sogno non esiste la parola “fan” ma solo “gli ascoltatori” al centro c’è la musica non io, io sono solo un mezzo per diffondere la musica e le mie idee. Ne va da sé che una delle cose principali che non avverrà mai è prendere una cosa scritta da un’altro e spacciarla per mia come purtroppo avviene spesso nel mercato musicale, oppure, prendere una mia idea e farla arrangiare e completare a più mani per renderla più idonea al mercato. Posso avvalermi di strumentisti per suonare in live, seconde voci, ingegneri del suono per il mix master (anche se lavoro e studio costantemente per portare più avanti possibile anche questa parte in cui la qualità necessita di molta attrezzatura e un’esperienza a se), ma questo è un altro discorso, quello che pubblico è “scritto nero su bianco” al 100% da me e, per ora, praticamente sempre suonato, interpretato o programmato e inciso da me.. faccio così perché è una folle avventura iniziata da lontano, chi mi conosce dai tempi in cui frequentavo l’Istituto d’Arte a Firenze lo sa. Penso che questo modo di procedere sia il più onesto possibile e il più originale, giusto ed emozionante per come sono fatto io.
Badret
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