Un tempo c’era l’Opera poi la tecnologia ha portato i dischi ed è prevalsa la forma canzone, più sintetica da inserire in un album.
Oggi la tecnologia ci ha portato i social e molta musica sembra andare nella direzione di un meme, un frammento di 15 secondi.
Si perdono i confini dell’opera compiuta, della storia che ha un inizio e una fine e quindi anche un significato profondo.
Prima si andava a teatro per 1 ora è più e si usciva sognanti, estasiati oppure contrariati ma in ogni caso si era vissuto una storia. Lo stesso vale per un album, si appoggiava una testina su un vinile e si iniziava un viaggio, un ascolto che ti portava altrove per un’oretta, o comunque si poteva scegliere di ascoltare una sola canzone ma quei 3 / 5 minuti erano compiuti, avevano un inizio e una fine e se ben realizzati bastavano a narrare una storia che restava impressa nel tempo.
Oggi si consuma in modo liquido, il che per alcuni può sembrare vantaggioso ma con i liquidi non si costruisce niente che rimane. Si subiscono emozioni frammentarie con significante di impatto e quasi nessun significato. Mi piace pensare che questo sia solo un periodo, un ubriacatura in cui la curiosità vince sull’intelligenza umana e già da ora mi impegno ad utilizzare la tecnologia per scopi piu umani e non a piegare ciò che scrivo alle nuove tecnologie. Quindi la tecnologia a servizio dell’arte e non l’arte che si modifica per servire la tecnologia e chi con essa fa dei facili profitti nel nuovo artefatto mondo liquido. Charlie Chaplin aveva visto lungo con la sua parodia dell’operaio che finisce dentro gli ingranaggi, non facciamo lo stesso errore con l’arte, la musica e tutto ciò che è umano.
Badret
Badret offre un’analisi critica della trasformazione dell’arte e della musica nel contesto tecnologico attuale. L’artista esprime preoccupazione per la direzione presa dalla produzione musicale, che sembra adattarsi alla brevità e all’immediatezza dei social media, perdendo la profondità e l’integrità di un’opera completa.
Attraverso un confronto con l’opera teatrale e l’album musicale, Badret sottolinea la capacità che entrambi avevano di narrare storie complete, offrendo un’esperienza articolata e significativa. L’artista esprime preoccupazione per il consumo “liquido” della musica odierna, dove brani frammentati e brevi meme sonori sembrano prevalere, offrendo emozioni superficiali senza una vera profondità o significato duraturo.
Badret esprime l’impegno a utilizzare la tecnologia in modo più umano e a non piegare la propria arte alla superficialità della produzione frammentata. L’artista sottolinea l’importanza di mettere la tecnologia al servizio dell’arte anziché viceversa, per evitare di ridurre l’arte a uno strumento di facile profitto in un mondo fluido e effimero.
La prospettiva di Badret invita a una riflessione critica sull’impatto della tecnologia sull’arte e la musica, sottolineando l’importanza di preservare la profondità e l’integrità artistica in un’era dominata dalla brevità e dall’immediatezza delle piattaforme digitali. Un appello a non sacrificare la vera essenza dell’arte sull’altare della rapidità e della superficialità.
Lascia un commento