La realtà virtuale esiste già, è dentro di ognuno di noi, nelle nostre fantasie se siamo in grado di consultarle. Il tentativo di proporne una artificiale, che non eguaglierà mai neanche lontanamente l’originale, è solo un tentativo di commercializzare e mettere a profitto quello che di più profondo ci appartiene.
Badret
Badret esprime un punto di vista intrigante sulla realtà virtuale, affermando che esista già nel nostro mondo interiore, nelle nostre fantasie e capacità immaginative.
L’artista sottolinea la bellezza e la profondità delle nostre fantasie, indicando che la capacità di sognare e creare mondi interni è già una forma di realtà virtuale. Questo pensiero mette in discussione l’idea di una realtà virtuale artificiale, suggerendo che non potrà mai replicare completamente o eguagliare la ricchezza e l’autenticità della nostra immaginazione.
Secondo questa prospettiva, il tentativo di commercializzare e trarre profitto da una realtà virtuale artificiale è un modo per sfruttare ciò che è più profondo e personale in noi stessi, senza poter mai replicare appieno l’autenticità delle nostre visioni interne.
In conclusione, l’affermazione di Badret ci invita a considerare la realtà virtuale come qualcosa di intrinseco alla nostra natura umana, già presente nelle nostre menti, e suggerisce che cercare di imitarla con mezzi artificiali è un tentativo di sfruttare ciò che è già nostro, ma senza poterne cogliere completamente la bellezza e la complessità.
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