L’Umanità in Bilico: Dalla Potenzialità Costruttiva alla Corruzione Ermeneutica

La maggior parte degli esseri umani ha un’energia potenziale costruttiva elevata da poter incanalare in qualche opera d’ingegno ed è per sua natura portato a compiere atti positivi nei confronti degli altri.

Molti però utilizzano questo potenziale per racchiudere il prossimo e ottengono così il vantaggio di raggiungere obiettivi attraverso lo sforzo altrui prendendosi merito dei successi e delegando le responsabilità dei fallimenti.

Questa è la maggior causa della tendenza umana a raggiungere obiettivi nocivi fini al solo scopo di aumentare questa capacità di sfruttamento del potenziale altrui, portando ad un circuito fine a se stesso distruttivo per il genere umano e per la terra. 

Togliendo quindi risorse a scopi in genere benefici innati nella volontà umana, per metterlo in cattività, per costruire una piramide di potere che è di per sé una bolla speculativa da sempre accettata per cecità culturale (soprattutto mancanza di coscienza storica: se si riuscisse in massa a fare mente locale di come si sono svolti i fatti della storia non sarebbe perpetuata una simile problematica). 

Un’eredità del potere che fu creato con l’azione fisica violenta nelle epoche passate e poi trasformato nella violenza odierna sotto forma di ricatto (prima la spada e il bastone dopo il ricatto economico e sociale). 

Oggi il potere non democratico che è ancora egemone, nonostante la facciata istituzionale della politica, ha preso distanza dalla violenza fisica non perché abbia acquisito una coscienza morale ma perché è consapevole che il ricatto e la corruzione sono una forma di violenza più redditizia perché ha meno controindicazioni, persino le nuove mafie hanno seguito questa strada.

Questa malattia latente e cronica si ripropone in modo modulare dal l’alto verso il basso e viceversa minando ogni piccolo aspetto della vita sociale degli uomini come se fosse una malattia che corrompe il DNA dell’indole umana, portando molti a credere che l’uomo sia pessimo per sua natura e la tendenza a corrompersi sia intrinseca dell’uomo.

In realtà io asserisco il contrario, l’uomo ha scalato alte vette di magnificenza e di bontà per la sua capacità di non corrompersi, creando così un codice morale che le altre specie non hanno e nemmeno lontanamente si immaginano: quanti animali, (non domestici), sono capaci di sentirsi in colpa per il male commesso ad un appartenente ad una specie diversa dalla loro?

Per cui concludo che dobbiamo avere fiducia nel nostro operato, dobbiamo opporci e isolare coloro che sfruttano e ricattano sistematicamente il prossimo invece di elemosinare meschinamente briciole di potere.  

Se non siamo capaci di affrontarli perché essi hanno storicamente accumulato una potenza maggiore, per preservare la nostra buona volontà dobbiamo percorrere vie alternative a i molti sistemi/trappola già collaudati in tutti i settori dell’attività umana.

Badret – 21/02/2022

L’affermazione “La maggior parte degli esseri umani ha un’energia potenziale costruttiva elevata da poter incanalare in qualche opera d’ingegno ed è per sua natura portato a compiere atti positivi nei confronti degli altri” è un elogio alla potenziale grandezza e bontà umana, riconoscendo la capacità intrinseca di creare, costruire e agire in modo positivo verso gli altri.

Tuttavia, questa dichiarazione pone un forte contrasto con la realtà, esponendo come molti utilizzi di questo potenziale siano deviati per fini personali e scorretti. Si evidenzia come alcuni individui sfruttino il talento e il lavoro altrui a proprio vantaggio, assumendo meriti non dovuti e scaricando le responsabilità sui fallimenti sugli altri.

La riflessione prosegue, esponendo come questo comportamento sia diventato una delle principali cause della tendenza umana a perseguire obiettivi dannosi, alimentando un ciclo di sfruttamento e manipolazione a scapito della collettività e dell’ambiente.

Si sottolinea come il potere, costruito storicamente attraverso violenze fisiche trasformatesi in forme più sottili come il ricatto economico e sociale, si sia perpetuato fino ai giorni nostri, assumendo forme ancora più subdole come la corruzione e il ricatto come strumenti di dominio.

Tale comportamento, discusso come una “malattia” della società, sembra riprodursi e infiltrarsi in ogni aspetto della vita sociale, minando la fiducia e inducendo a credere che la corruzione sia una caratteristica innata dell’essere umano.

Tuttavia, in contrasto a questa visione, emerge l’assertiva convinzione che l’uomo sia capace di grandezza e bontà, di creare un codice morale unico che altre specie non conoscono. Si sottolinea come l’uomo abbia mostrato capacità di elevazione morale e di autocontrollo, contrariamente all’idea che la corruzione sia intrinseca alla sua natura.

L’appello finale è un invito a fidarsi delle proprie azioni, a isolare coloro che sfruttano sistematicamente gli altri e a cercare alternative ai sistemi corrotti già esistenti. Si esorta a perseguire vie alternative per preservare la bontà umana e la fiducia nell’operato, contrastando coloro che agiscono in malafede con determinazione e speranza.


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